Ad ogni tipo di stampo il suo materiale, ma anche il suo trattamento, termico o superficiale, in funzione dell’applicazione e della durata richiesta.
Districarsi tra le complessità
Quando la tecnologia meccanica affronta il tema dello stampaggio, si apre un ventaglio infinito di tecniche e applicazioni, cui sono associate problematiche concettualmente diverse, che rispecchiano appieno la incredibile variabilità di richieste e processi associati.
Lo stampo, nelle sue molteplici configurazioni, diventa l’utensile, seppure con un significato diverso da quello classico, legato alla tecnica sottrattiva per asportazione di truciolo. Esso deve rispondere efficacemente alle richieste del mercato, con soluzioni appropriate alle differenti esigenze, sia in termini di quantità prodotte (dal pezzo singolo alla grande serie), che di geometria (dalla semplice alla più complessa), che di materiali (dal composito, al metallo, al polimerico, fino alle paste trafilate), che di temperature: è evidente come le tecniche riconducibili allo stampaggio siano moltissime e, di conseguenza, anche i materiali con cui è costruito lo stampo devono variare in funzione dell’applicazione. Ma anche il trattamento cui il materiale è sottoposto cambia, proprio perché variano le condizioni in cui lavora lo stampo. Al trattamento termico può seguire un trattamento superficiale, e quindi ha un ruolo strategico proprio per la sua doppia valenza, che riguarda sia la buona realizzazione dello stampo che la preparazione metallurgica del materiale in previsione di rivestimenti o trattamenti della superficie.