Le difficoltà del settore della lamiera in Italia

Luca Cimmino

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crisi

Lo scrittore e studioso di aforismi Fabrizio Caramagna scrive: “Se siamo condannati a ripetere la Storia, scegliamo almeno i capitoli migliori”.

In realtà, negli ultimi anni, chi lavora nel settore della lamiera non ha quasi mai avuto la possibilità di scegliere capitoli “buoni”. Basti pensare alle crisi finanziarie, sanitarie e geopolitiche.

Una situazione non troppo diversa dalla prima metà del secolo scorso, con due guerre mondiali, una pandemia e la crisi del ‘29 nell’arco di trent’anni.

Uno dei problemi più gravi di oggi è l’aumento dei costi energetici, che accomuna tutti i paesi europei e, in misura minore, Cina e Stati Uniti.

La transizione energetica, oltre che doverosa verso l’ambiente e le generazioni future, è molto più prosaicamente necessaria per rendere indipendente l’Europa dalla Russia per i combustibili fossili e dalla Cina per la produzione di batterie al litio. Ma per rendere questo percorso meno sofferto e, pertanto, più sicuro, la roadmap dovrebbe adattarsi alle tempistiche realisticamente necessarie al sistema industriale per adeguarsi.

Non è quello che sta accadendo nel mercato automobilistico, dove l’incertezza rende difficile una scelta serena per quello che resta un investimento notevole per un privato.

Transizione e formazione

Legata alla transizione energetica, la transizione 5.0 si sta rivelando un flop, ma per specifiche ragioni.

Forse scottato dai costi fuori controllo degli incentivi all’edilizia, il Governo ha reso pressoché impraticabile il percorso per ottenere tutti i nuovi finanziamenti. Questa è una involuzione a confronto dell’iniziativa originale dell’allora ministro Calenda che non aveva causato alcun dissesto alle casse dello Stato.

L’investimento più difficile è, come spesso accade, quello nel capitale umano. Si pensi solo alla difficoltà a trovare programmatori per PLC.

La formazione di personale qualificato va incentivata attraverso sgravi per le aziende che consentono ai propri addetti anche di studiare, oltre che a lavorare, e valorizzata retributivamente. Sono ormai evidenti i limiti dei contratti di apprendistato a tempo pressoché illimitato per i giovani che, non sorprendentemente, preferiscono andare all’estero.

A nulla servono gli investimenti tecnologici e umani senza un mercato. Dopo un periodo di crescita, la produzione da lamiera metallica ha visto un calo significativo del fatturato e dell’utile, con una diminuzione rispettivamente del 15% e del 44% nel 2023 per le concomitanti crisi dell’automotive e dell’elettrodomestico. Prendendo a lezione ciò che ci ha insegnato la crisi del ’29, le vie d’uscita da questa situazione sono due: la caduta verso gli autoritarismi o un nuovo New Deal che riporti benessere e ricchezza in Europa. Ciò può essere ottenuto, oltre che con l’autonomia energetica, anche tramite il ritorno alla produzione di beni di consumo di massa.

Chissà quali “capitoli” sceglieranno i nostri governanti e se stavolta riusciremo ad evitare i venti di guerra che soffiano ai nostri confini.

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