Per maschiatura si intende l’esecuzione di filettature all’interno di un foro, con un utensile speciale che si chiama maschio filettatore. Il processo di formazione del truciolo durante la maschiatura appare molto complesso quando lo si paragoni alle altre lavorazioni meccaniche per asportazione di truciolo.
La precisione elevata chiesta alla maschiatura si basa su molti valori geometrici differenti ma interdipendenti, che impongono perciò un’elevata precisione del maschio filettatore.
Questa precisione costruttiva è indispensabile, ma contemporaneamente la reazione delicate e complesse del maschio durante la lavorazione, devono essere conosciute dall’utilizzatore, come devono essere conosciute le caratteristiche, le possibilità dell’utensile e le sue proprietà dal punto di vista della tecnica della formazione del truciolo.
In definitiva, l’impiego del maschio filettatore è pienamente soddisfacente solo quando le sue caratteristiche costruttive sono determinate in base alle condizioni di lavoro.
Le condizioni di lavoro determinanti per un maschio filettatore sono:
- tipo di lavorazione (a mano o a macchina);
- tipo di filettatura (passante o cieca);
- lunghezza della filettatura;
- materiale lavorato in relazione alla sua lavorabilità che può essere grosso modo diviso in: materiali duri, teneri, normali, tenaci, duri e tenaci.
La conoscenza di questa ultima condizione è necessaria perché determina la forma appropriata delle parti taglienti del maschio filettatore.
Il maschio ha, più di ogni altro utensile, un contatto stretto con il materiale durante il lavoro. Le superfici di sfregamento sono molto grandi e di conseguenza esiste il pericolo di bloccaggio con rottura, specie lavorando materiali tenaci.
La riduzione delle superfici in contatto viene ottenuta con la spoglia dorsale (spoglia sul filetto).
È evidente che la sezione resistente del maschio deve essere convenientemente dimensionata per evitare frequenti rotture alle quali sono particolarmente esposti i maschi di piccolo diametro perché il rapporto tra il diametro e la lunghezza della parte tagliente è più sfavorevole rispetto ai maschi di grande diametro.
Così, per esempio, secondo la tabella DIN 371 il rapporto diametro/lunghezza gola è, per il maschio M1x0,25, di 1/8, mentre per un maschio M10x1,5 è di solo 1/2,5.
È da considerare che con i maschi M1x0,25 non è affatto raro trovare delle filettature lunghe 6 mm, quindi con ben 24 filetti in presa.
Per quanto riguarda la precisione dei maschi filettatori, essa è, come si è detto, indispensabile perché i mezzi per il controllo delle filettature normalmente usati non riescono a mettere in evidenza alcuni difetti.
Il mezzo più usato normalmente per il controllo delle filettature è il tampone passa-non passa e può accadere che pur essendo questo controllo soddisfacente, non sia invece precisa l’esecuzione della filettatura perché il contatto può avvenire solo su alcuni punti del filetto e non sull’intera superficie del fianco dei filetti.