Nell’operazione di dentatura con creatore, l’ingranaggio prodotto non è mai preciso in modo assoluto; esso presenta inevitabilmente degli errori più o meno gravi che dipendono da molteplici cause.
La qualità degli ingranaggi cilindrici è definita da norme internazionali, tra cui le più seguite in Europa sono le norme DIN 3962 e le norme ISO 1328. Queste norme indicano, per ogni classe di qualità, gli errori geometrici caratteristici degli ingranaggi quali: errori di passo, errori di profilo ed errori di elica.
Questi errori sono generati durante la dentatura da imperfezioni del creatore, da errori del set-up e dalle condizioni di lavoro più o meno gravose.
L’articolo esamina gli errori più significativi che nascono durante la dentatura con creatore che, in generale, è una operazione di sgrossatura, è ovvio che quasi sempre a questa operazione segue una operazione di finitura con rasatore o con rettifica che migliora la qualità.
Però alcuni errori generati dal creatore possono influire negativamente sul processo di finitura e quindi è assolutamente meglio che gli ingranaggi semilavorati si presentino nelle migliori condizioni possibili nella fase di finitura.
Gli errori di profilo e di elica sono rilevati da apparecchi denominati evolventimetri che, nei modelli più sofisticati, possono eseguire un diagramma topografico della superficie del dente. In genere questi apparecchi hanno tempi lunghi di esecuzione e sono impiegati nelle sale di controllo.
Nelle linee di produzione si impiegano gli ingranometri che possono controllare il 100% della produzione.
Gli errori di passo vengono rilevati con un evolventrimetro di laboratorio, oppure con un ingranometro monofianco, cioè un apparecchio in cui l’ingranaggio master è in contatto, con l’ingranaggio da controllare, su un solo fianco, in modo da evidenziare gli scostamenti circonferenziali della rotazione rispetto il teorico.
Gli errori radiali, invece, vengono rilevati misurando lo spostamento in senso radiale di una sfera che appoggia sui due fianchi di un vano oppure da un ingranometro a gioco zero, cioè da un apparecchio in cui il master ingrana con l’ingranaggio senza gioco.