Processi di puntatura più veloci per piccoli lotti grazie alle maschere

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Come si possono rendere i processi di puntatura più precisi, maggiormente veloci e a basso costo, senza compromettere la qualità del prodotto, per le aziende che gestiscono piccoli lotti?

L’azienda dove Marco segue la produzione si è trasferita da qualche mese da un minuscolo paese della bassa padana al vicino capoluogo di provincia, il quale dista poco più di venti chilometri rispetto alla sede storica dell’impresa. L’attività si occupa principalmente della trasformazione della lamiera conto terzi e lavora esclusivamente su commessa. Al suo interno, visto l’esiguo numero di particolari da produrre per ogni singolo lotto produttivo, le varie fasi di lavoro vengono gestite quasi in maniera artigianale. Nonostante ciò, nel capannone è presente un parco macchine capace di eseguire un numero rilevante di lavorazioni su lamiere di piccolo e medio spessore.

L’officina dispone infatti di un taglio laser, alcune piegatrici, una calandra, una punzonatrice e almeno sei stazioni di lavoro dedicate ai processi di puntatura e di saldatura. In officina è presente anche qualche altra macchina utensile di servizio come un trapano a colonna, una smussatrice e una sbavatrice. Il nuovo capannone, ampio e luminoso, consente di poter gestire in maniera rapida e veloce un maggior numero di piccole commesse contemporaneamente grazie alla rinnovata logistica messa a punto proprio per snellire e velocizzare i processi produttivi. Nonostante gli sforzi profusi dalla proprietà per migliorare l’intero flusso, dopo qualche mese di lavoro, tuttavia, non si hanno i risultati sperati.

Marco, che ha già maturato una discreta esperienza in ambito produttivo, e ha anche una visione focalizzata sull’operatività, giacché per alcuni anni lui stesso ha lavorato come operaio presso un’officina, ritiene da parecchio tempo che il principale collo di bottiglia che rallenta la produzione è il tempo impiegato dagli addetti durante la fase di puntatura dei particolari in lamiera precedentemente lavorati. Così, visto che l’auspicata velocizzazione della produzione legata alla nuova logistica non ha portato risultati degni di nota, si è messo al lavoro per trovare una soluzione al problema.

La soluzione

In seguito al trasloco nella nuova unità produttiva e all’adeguamento di vari spazi interni, con il passare del tempo si è visto un affievolirsi delle aspettative iniziali di aumentare la produzione dell’impresa. La proprietà, assieme a Marco, ha dunque preso coscienza che, nonostante siano aumentate le superfici a disposizione e sia cambiata la logistica, queste non erano le uniche variabili che limitavano la produzione. Così, per trovare una soluzione a questa problematica, ha deciso di riunire i vari responsabili di funzione per comprendere meglio le possibili cause e capire quali azioni portare avanti.

Dopo varie e attente analisi, che hanno preso in esame molti degli aspetti legati all’azienda, passando dall’inadeguatezza del materiale fino alla poca dimestichezza all’utilizzo degli strumenti di lavoro da parte degli addetti di produzione, Marco ha portato nuovamente all’attenzione della proprietà ciò che aveva notato anche nel precedente stabilimento: il problema è legato al troppo tempo impiegato dal personale produttivo nella fase di puntatura prima di procedere alla saldatura del pezzo.

Processi di puntatura e ottimizzazione

Anche con lotti piuttosto corposi, in termini di pezzi da eseguire, dove vengono effettuate una serie di azioni ripetitive, si denota che i tempi non vengono accorciati in maniera significativa. Il personale, infatti, prima di compiere la puntatura, deve leggere più volte il disegno, effettuare la misura necessaria e successivamente puntare il particolare per poi passare alla saldatura finale. In questo modo, oltre ad avere tempi di esecuzione lunghi, si può incorrere anche in errori di lavorazione per ogni pezzo prodotto.

Per ovviare a questi inconvenienti, Marco ha suggerito, almeno per i lotti con un numero significativo di particolari da puntare, di utilizzare delle maschere in fase di puntatura. Ciò consentirebbe, una volta messo a punto i primi pezzi, di procedere speditamente diminuendo i tempi di esecuzione. In aggiunta, adottando questa soluzione, si ridurrebbe la possibilità di errori di esecuzione del pezzo. La maschera di puntatura realizzata attraverso le dime è un elemento molto utilizzato nelle carpenterie e viene impiegato in molteplici situazioni.

Sostanzialmente, i particolari da saldare vengono posizionati in dima e conseguentemente serrati. In questo modo, quando sono bloccati, si può procedere alle azioni di puntatura in maniera più veloce, riducendo notevolmente gli errori dovuti a un posizionamento errato del particolare da assemblare e aumentando l’efficienza produttiva. Questi, assieme a un netto abbassamento dei tempi necessari a rilavorazioni per esecuzione errata, sono i risultati che ha conseguito Marco a poche settimane dall’introduzione in azienda delle maschere di puntatura per alcune delle commesse legate a clienti abituali dell’impresa dove gestisce la produzione.

Dal problema alla soluzione

  • Contesto: azienda di trasformazione lamiera conto terzi
  • Problematica: rallentamento della produzione a causa dei tempi elevati dei processi di puntatura
  • Soluzione prospettata: utilizzo maschere di puntatura
  • Risultati perseguibili: aumento dell’efficienza produttiva, minor possibilità di errata esecuzione dei pezzi e riduzione del tempo dedicato alle rilavorazioni

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