L’acciaio temprato è un materiale estremamente duro e richiede l’impiego di utensili da taglio realizzati con materiali altrettanto resistenti. Per questa applicazione, si ricorre comunemente a utensili in carburo cementato o carburo di tungsteno, noti per la loro elevata resistenza all’usura. Tuttavia, per lavorazioni che coinvolgono materiali estremi, si preferiscono utensili diamantati, come quelli in PCD (diamante policristallino), che garantiscono prestazioni eccezionali.
Il ruolo della lubrorefrigerazione nella lavorazione dell’acciaio temprato
La scelta dell’utensile ottimale dipende da diversi fattori, tra cui la geometria del tagliente e i parametri di lavorazione. Gli utensili progettati per materiali temprati, come le frese, di solito presentano una spoglia molto negativa, che rende il taglio meno vivo ma più resistente. Questa configurazione rende necessario adottare una strategia di asportazione controllata, limitando la quantità di materiale rimosso per passata. Ciò aiuta a prevenire fenomeni di surriscaldamento e usura prematura, che potrebbero compromettere sia l’utensile che il pezzo in lavorazione.
L’impiego del lubrorefrigerante è fondamentale per ottimizzare i parametri di lavorazione, come la profondità di passata e la velocità di avanzamento. La refrigerazione interna rappresenta un notevole vantaggio, poiché consente una migliore gestione del calore e agevola l’uso di frese con geometrie più complesse.
In sintesi, la lavorazione di acciai temprati richiede una combinazione di materiali per utensili ad alta resistenza, geometrie specifiche e strategie operative mirate, supportate da una gestione efficiente della lubrorefrigerazione. Questi elementi, se ottimizzati, consentono di affrontare con successo le sfide tecniche poste da materiali estremamente duri.