«Abbiamo fondato l’azienda, dopo la pandemia, con l’obiettivo di creare macchine che potessero essere utili per le persone, là dove le persone corrono rischi, in ottica del triage ospedaliero e dell’aiuto nei pronto soccorso».
Con queste parole Paolo Denti, amministratore delegato di Oversonic, ha presentato RoBee, il robot umanoide presente all’Open House di Mazak.
Un progetto, dunque, che nasce dalla volontà di supportare l’umano in quelle operazioni che potrebbero minare la sua incolumità. Partendo dall’aiuto nei reparti infettivi degli ospedali e arrivando fino alle fabbriche.
Il robot umanoide ha subito trovato applicazione nel campo delle aziende manifatturiere, in cui, grazie alla sua forza e le caratteristiche antropomorfe, è perfetto per attività di Pick and Place in ambienti in cui gli esseri umani potrebbero correre dei rischi. Grazie alle sue telecamere può anche effettuare controlli qualità su macchine e prodotti.
Supporto utile in azienda
«La matrice comune è l’utilità – continua Paolo Denti – siamo usciti, infatti, dall’ottica del prodotto “wow” per il marketing.
Siamo gli unici che hanno introdotto queste macchine, con dei paletti molto rigidi di performance industriale. Non siamo uno spin off universitario o un centro di ricerca: siamo start upper di una volta e l’esperienza maturata in ambito industriale ci ha fatto maturare riguardo a tutti i paletti di riferimento di sviluppo di questa macchina.»
RoBee è l’unico prodotto in ambito di robotica umanoide certificato per lavorare nell’industria oltre ad essere, se confrontato con le altre proposte del mercato che arrivano oltreoceano, uno dei più economici.
La scelta di una soluzione come quella del robot umanoide nasce per favorire la sua introduzione all’interno di una fabbrica, nonostante una tecnologia del genere all’inizio potesse far sorgere dubbi a riguardo.
«L’introduzione in fabbrica – spiega però l’amministratore delegato – è vissuta come una qualsiasi altra macchina con grande facilità di utilizzo: grazie ai comandi vocali l’operatore che prima entrava a gestire la macchina adesso può essere colui che controlla il robot»
Oversonic fornisce, infatti, una console che garantisce una programmazione molto semplice. L’azienda poi interviene istruendo l’operatore sull’uso della console e, a quel punto, il robot può essere usato in totale autonomia. Come sottolineato in apertura, infatti, RoBee nasce proprio come una macchina di supporto all’umano, può infatti lavorare in maniera congiunta e cognitiva senza il bisogno di una programmazione deterministica. Grazie all’IA si riesce a integrare perfettamente nel sistema azienda.
Un robot dalle fattezze umane
Altre scelte come quella della somiglianza umana e dell’ingombro (65 centimetri, lo stesso di un essere umano) mirano tutte verso la completa cooperazione tra uomo e robot.
Degno di essere menzionato, soprattutto poiché si distacca da molti altri robot umanoidi introdotti sul mercato, è l’assenza di volontà, da parte di Oversonic, di far camminare RoBee: decisione che permette di aumentarne la produttività, consci del fatto che oramai in tutti gli ambienti lavorativi, tra rampe disabili e ascensori, sarebbe stata una funzione del tutto superflua.
«Nel 2021, quando abbiamo lanciato la macchina, – continua Paolo Denti – si parlava di sostituzione del lavoro. Adesso però siamo davanti ad una situazione dove certi tipi di lavoro, come quello in una RSA o in un reparto infettivo, nessuno li vuole fare».
Con l’obiettivo tangibile di poter utilizzare RoBee all’interno degli ospedali, intanto il robot prodotto da Oversonic fornisce una possibilità ulteriore per lo sviluppo di una azienda, per velocizzare e snellire il lavoro degli operatori.