La luce per controllare i memory chip

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Un team di ricercatori dell’Università di Gerusalemme ha scoperto una connessione tra luce e magnetismo che potrebbe dare origine a una “light-controlled memory”.

Se il ruolo del magnetismo sulle memorie a semiconduttore è ben noto, meno attenzione è stata storicamente data alle proprietà magnetiche della luce, e su questo si sono concentrati gli scienziati.

Come premessa, da ricordare che tra le diverse tipologie di memorie ci sono le MRAM, Magnetoresistive Random Access Memory, o memorie ad accesso casuale magnetoresistive, che sono non volatili, cioè mantengono l’informazione anche al cessare dell’alimentazione. A differenza delle diffuse memorie RAM, le MRAM non memorizzano i dati come quantità di carica elettrica ma come campo magnetico, con le singole celle costituite da due strati di materiale ferromagnetico separati da uno strato di isolante: uno dei due strati genera un campo magnetico permanente mentre il secondo lo varia in funzione del campo magnetico esterno che ne modifica la polarità. Da sottolineare anche che la luce è costituita da onde elettromagnetiche, con simultanea propagazione di un campo magnetico e di un campo elettrico che oscillano su piani perpendicolari, e poco si è sperimentato sul contributo della parte magnetica quando la luce interagisce con la materia.

Obiettivo dei ricercatori è stato allora dimostrare che la componente magnetica delle luce può controllare magneti, ridefinendone le principali proprietà fisiche. Nello specifico, è stato sviluppato un sensore in grado di rilevare la parte magnetica della luce che, a differenza dei sensori tradizionali, sembra possa consentire progetti innovativi che utilizzano la luce in modi diversi, percependola non in modo tradizionale, cioè a frequenze ottiche, ma solo sfruttando la sua proprietà magnetica: nel caso delle memorie MRAM significa poterne cambiare lo stato in modo più rapido, a vantaggio di un’elaborazione dati più efficiente.

Verso il prossimo step

Chiaramente l’identificazione di questo meccanismo è solo il primo passo di un lungo percorso verso lo sviluppo di una tecnologia commercialmente valida, che sfrutti la relazione tra luce e materiali magnetici.

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