Nel 2022 il mercato italiano dell’Internet of Things (IoT) ha continuato la sua corsa: +13% rispetto al 2021, raggiungendo 8.3 miliardi di euro, nonostante i problemi legati alla carenza di semiconduttori e di materie prime, oltre all’instabilità economica e politica della guerra in Ucraina.
I numeri del settore
Tra i diversi ambiti IoT, la fetta più grande è rappresentata dalla smart car, con un fatturato da 1.4 miliardi di euro, pari al 17% del totale. Al secondo posto, le applicazioni IoT nel mondo utility (smart metering e smart asset management), con 1.37 miliardi di euro, in crescita ma ormai prossime alla saturazione: nel 2022 sono stati installati altri 1.1 milioni di contatori gas connessi in utenze domestiche (84% del parco complessivo) e 1.7 milioni di smart meter elettrici di seconda generazione (64% del totale). Seguono poi smart building (1.3 miliardi), smart city (830 milioni), smart factory (780 milioni), smart home (770 milioni), smart logistics (715 milioni) e smart agriculture (540 milioni). Gli ambiti che si stanno espandendo di più sono però smart agriculture (+32%), smart factory (+22%) e smart building (+19%). Gli oggetti connessi attivi in Italia sono 124 milioni, poco più di 2,1 per abitante. Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.
«Prosegue la crescita dell’IoT, sia in termini di valore che di maturità dell’offerta – ha affermato Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio IoT –. Cresce la consapevolezza di aziende, pubbliche amministrazioni e consumatori, sempre più interessati a gestire da remoto asset e dispositivi smart, attivando servizi e funzionalità avanzate, mentre si accende la competizione con nuovi player globali. Nel contempo, aumentano le aspettative per il futuro, anche grazie ai grandi investimenti previsti dal PNRR e ai frequenti rincari dell’energia, che spingono imprese e cittadini a porre maggiore attenzione ai consumi, sfruttando anche le tecnologie smart».