I materiali esposti ai lubrorefrigeranti (plastiche, gomme, polimeri) vengono sottoposti a lunghi test e severi esami secondo le normative DIN 53521 e VDI 3035.
In particolare, i test sono mirati ai lubrorefrigeranti interi che sono i più aggressivi nei confronti dei materiali. Plastiche e gomme di varia natura, polimeri monomeri e altro sono infatti derivati dal petrolio: l’azione di un olio intero è inevitabilmente maggiore rispetto ad un lubrorefrigerante miscibile che in fase d’uso rappresenta mediamente il 5% del volume del lubrorefrigerante in vasca.
Lubrorefrigeranti e compatibilità con le macchine utensili: le variabili
Anche i prodotti miscibili possono avere un’influenza negativa su parti in plastica e gomma. Subentrano tuttavia altre variabili:
- Quantità di olio nel concentrato
- Concentrazione d’uso del prodotto
- Natura del concentrato (emulsione, semisintetico, sintetico)
- Tipi di emulgatori presenti nel concentrato
- Tipi di additivi presenti nel concentrato (antiossidanti, antischiuma, per prestazione utensile/mola, ecc…)
- Tipo di sistema filtrante del lubrorefrigerante, una filtrazione inadeguate trasforma il lubrorefrigerante in un veicolo delle particelle metalliche fini che generano abrasione
- Oli estranei (guida e idraulici) che inquinano il lubrorefrigerante (quantità e tipo)
Come vengono condotti i test?
- Le varie tipologie di plastica vengono immerse nell’olio intero da testare per 4 settimane mantenendo l’olio a una temperatura costante di 50°C.
- Periodicamente, durante il test, l’elemento in plastica viene misurato e pesato.
- Dopo le 4 settimane si rilevano le alterazioni prodotte (colore – struttura superficiale – deformazione – durezza Shore).
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