Profilmec Group continua a macinare successi

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In Italia acciaio non vuol dire solo Ilva. Profilmec Group, realtà guidata da Giuseppe Bottanelli, attiva nella produzione di tubi e profilati saldati ad alta frequenza e di precisione, nel 2019 ha chiuso accordi commerciali in Europa per un valore complessivo di 150 milioni di euro nei settori automotive, casalinghi e articoli da giardino.

«Le marmitte della Fiat vengono realizzate con il nostro acciaio. Siamo fornitori ufficiali della casa automobilistica con tanto di certificazioni. Il nostro è un prodotto con scarto zero», spiega il patron Giuseppe Bottanelli. Grazie a questi accordi commerciali il Gruppo, che vanta 500 dipendenti, chiuderà il 2019 a quota 300 milioni di euro di fatturato (il 41% in Italia). La produzione è di oltre 3 milioni di metri al giorno, pari a circa 1.450 tonnellate giornaliere.

L’azienda ha la sua casa madre a Torino e le controllate sparse tra Cuneo, Pordenone e Teramo, per un totale di 8 stabilimenti e una rete commerciale su tutto il territorio europeo e sui principali mercati di riferimento dell’intero Mediterraneo. I suoi profilati e i tubi in acciaio vengono utilizzati oggi per numerose applicazioni, spaziando dall’automotive all’industria del ciclo e motociclo, alla fabbricazione di mobili per arredamento e giardino, di articoli per campeggio, infanzia, giocattoli, casalinghi, alla produzione di radiatori e applicazioni per l’edilizia e in ogni settore industriale attinente alla realizzazione di prodotti affini.

Giuseppe Bottanelli, classe 1937, è stato battezzato il “Marcegaglia di Capo di Ponte”, perché è nato proprio in questo paese del bresciano, in Val Camonica, della quale non manca di tessere le lodi. La storia di Giuseppe Bottanelli è quella di un self made man all’italiana. La sua è stata una vita avventurosa fatta di mille esperienze. La sua attività imprenditoriale ha inizio quando suo padre Giovanni, aiutato dal fratello Antonio, acquistò un paio di camion balilla a gasogeno e fondò la ditta di trasporti Fratelli Bottanelli, dove Giuseppe iniziò il suo primo vero lavoro. Allora aveva solo la licenza media e si diplomò geometra studiando alle scuole serali.

L’avventura del ferro iniziò in un garage di Corso Roma a Moncalieri, alla periferia di Torino, dove spesso la troncatrice volante della prima profilatrice si bloccava e il tubo continuava ad uscire alla velocità di 20 metri al minuto, e uno degli operai doveva metterselo in spalla e trasferirsi in strada perché all’interno non c’era lo spazio, mentre un altro provvedeva a fermare il traffico. Il periodo è quello delle grandi dinastie italiane rappresentate dagli Agnelli e dai Pirelli, e il nostro “condottiero” fu chiamato dalla FIAT per realizzare, tra l’altro, i paraurti della 500, che motorizzò l’Italia.

Per il 2020 Profilmec Group, che spinge costantemente sulla ricerca, prevede di rafforzarsi maggiormente a livello internazionale puntando sulla new electric strategy automotive per aumentare l’export e il fatturato.

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