Come molti altri studiosi oggi, anche quelli della Tomsk Polytechnic University sono alla ricerca di tecniche per affinare i processi di bioprinting e compiere ulteriori progressi nella stampa di organi umani.
Sebbene la ricottura sia una modalità di ordinaria amministrazione per rafforzare le proprietà meccaniche nella stampa 3D, i ricercatori hanno esaminato i suoi effetti su strutture composite PLLA/HAp stampate in 3D di tre composizioni, utilizzando sia la microscopia elettronica sia la nanoindentazione.
Senza sminuiree l’importanza delle protesi metalliche per il trattamento delle condizioni del sistema muscolo-scheletrico, gli autori della ricerca evidenziano anche quelli che sono gli inconvenienti generati dai dispositivi più convenzionali. Per questo, il potenziale del successo che si può ottenere con gli impianti biodegradabili è straordinario, spingendo sempre di più i ricercatori a realizzare impianti biodegradabili fatti di polimeri termoplastici e compositi polimerici.
La loro capacità di essere assorbiti dal corpo umano senza la presenza di tossine è un enorme vantaggio, che fino a poco tempo fa, però, era stato sottovalutato a causa della mancanza di proprietà meccaniche e della “degradazione incontrollata” della matrice polimerica.
Nel futuro del bioprinting
L’ingegneria e il bioprinting dei tessuti per la rigenerazione ossea costituiscono un’enorme sfida per la stampa 3D scientifica e i ricercatori di tutto il mondo continuano a sviluppare metodi efficaci per ottenere nuovi avanzamenti e successi – dalla rifinitura dei costrutti del legamento osseo alla personalizzazione degli innesti ossei –, che potrebbero cambiare la vita dei pazienti, e in alcuni casi, salvarla.