Cromatura a spessore abbinata a trattamenti meccanici di rettifica e superfinitura, nonché a quello termico di tempra ad induzione, consentono ad un’azienda emiliana di proporre barre e tubi per svariate applicazioni, alcune delle quali veramente speciali.
Prodotte per laminazione a caldo di billette, le barre, fra i diversi semilavorati siderurgici cosiddetti “lunghi”, sono fra i più utilizzati dalla miriade di imprese metalmeccaniche. Disponibili in diverse sezioni, di cui però le più comuni sono quelle circolari (si indicano con il simbolo Ø seguito da un numero che indica il diametro in millimetri) e quadrate (contrassegnate da un quadrato con sbarra diagonale seguito da numero riferito alla misura del lato in millimetri), una volta giunte a destinazione, attraverso successive lavorazioni meccaniche, diventano particolari e componenti di ogni genere, grazie ai quali ogni giorno si mette in moto il mondo.
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Alla CFG Rettifiche S.r.l. di Traghetto di Argenta, tappa ferrarese del nostro giro d’Italia fra i bagni galvanici, i mille e più chilometri di barre grezze provenienti in un anno dalle acciaierie si trasformano in articoli cromati indispensabili in primari settori industriali. Come ciò avviene ce lo illustra Mauro Gaiba, fondatore e contitolare di questa società attiva da oltre 30 anni.
Primi in Emilia con la barra cromata
«Siamo stati i primi in Emilia a produrre barre cromate – esordisce il nostro interlocutore – infatti quando nel 1976 abbiamo cominciato da contoterzisti, rettificando e cromando steli per cilindri idraulici destinati alle numerose imprese del settore oleodinamico attive da Ravenna fino a Reggio Emilia, la barra cromata non era ancora presente, quindi tutti gli alberi dei cilindri idraulici venivano rettificati, cromati e rettificati successivamente. Messa in produzione alla fine degli anni ’80 oggi la barra cromata copre l’85% dell’attività, mentre il restante 15% è riservato alla realizzazione di tubi cromati e levigati e di pezzi a disegno ottenuti attraverso lavorazioni meccaniche».
Barre e tubi, che all’occorrenza vengono anche sottoposti al trattamento termico di tempra ad induzione, una volta giunti dai committenti, operanti nei comparti oleodinamico, pneumatico, molle a gas e movimento lineare, diventano poi componenti in grado di dare un importante contributo al perfetto funzionamento di svariati impianti e macchinari, ma anche di beni di largo consumo come l’automobile. Per quest’ultima basterebbe citare quel piccolo cilindro idraulico (molla a gas) che permette di alzare con estrema semplicità e silenziosamente il portellone mantenendolo aperto in modo sicuro, o gli ammortizzatori, grazie ai quali viaggiare è più confortevole.
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Il punto di forza della CFG sono le barre di piccolo diametro (da 3 a 16 mm) cromate, sia in acciai standard da costruzione che in acciaio inossidabile; l’alta specializzazione raggiunta le ha consentito di acquisire clienti anche fra i concorrenti. Alcuni di essi, infatti, considerano più conveniente comprare questa particolare tipologia di prodotto da chi la sa realizzare a regola d’arte piuttosto che dotarsi degli impianti necessari per crearla. E a proposito di clienti Mauro Gaiba aggiunge: «Il vantaggio di avere materiale in barre lunghe 3 o6 metrigià temprate e cromate e con tolleranze e finitura superficiale a specifica permette loro di alleggerire il magazzino e di programmare gli approvvigionamenti con molta più facilità rispetto all’onere di gestire acquisti di pezzi a lunghezza».
Dentro un mare di cromo
Secondo il contitolare flessibilità, rapidità, serietà e una struttura snella sono gli elementi fondamentali per chi voglia distinguersi e fidelizzare la clientela, uniti naturalmente ad una eccellente qualità per raggiungere la quale non è necessario rincorrere certificazioni. «Noi potremmo di dire di esserci in un certo senso autocertificati attraverso una capillare organizzazione interna. Nello specifico tutti i prodotti vengono lavorati seguendo la logica del lotto di produzione, che consente in qualsiasi momento di avere una rintracciabilità univoca del materiale, del ciclo di lavorazione, dei controlli eseguiti in linea e dal laboratorio interno. Da sempre inoltre rivolgiamo grande attenzione all’aggiornamento tecnologico investendo buona parte delle risorse finanziarie in macchine e impianti all’avanguardia da installare nei due reparti dello stabilimento che rappresentano la nostra coppia di anime: quella di galvanici e di meccanici».
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La visita nel cuore dell’azienda ci permette di conoscerli da vicino. Nel regno dei bagni galvanici sono all’opera tre linee di cromatura nelle quali complessivamente agiscono 65.000 litridi soluzione di cromo. La prima, automatica, gestita da un Plc con cicli preinseriti, ha una capacità di 25.000 litri ed è riservata alla produzione di barre di piccoli diametri e con lunghezze massime di 3,5 metri. In funzione 24 ore su 24 la sua elevata produttività ed efficienza le consente di cromare circa 80-90 mila metri delle barre suddette al mese. Essa inoltre si occupa di tutte le fasi di complemento al trattamento di cromatura, dalla sgrassatura chimica a quella elettrolitica, dai lavaggi all’attacco anodico, fino ai lavaggi con recupero del cromo. La seconda linea, semiautomatica (il carico e lo scarico è affidato ad un carroponte comandato manualmente), con 20.000 litri di bagno nelle due vasche a disposizione, permette di trattare barre con lunghezze considerevoli, fino a8 metri. L’ultima linea, anch’essa dotata di due vasche della capacità di 20.000 litri di soluzione, entra in gioco per la cromatura manuale ed in verticale (nelle altre due avviene in orizzontale) di pezzi con dimensioni più contenute. Nell’area riservata alle lavorazioni meccaniche troviamo invece tre rettificatrici per barre fino a7 metri di lunghezza, in funzione nei tre turni giornalieri, dotate di attrezzature per il carico e lo scarico, quattro rettificatrici su centri, due senza centri e un impianto di superfinitura che portano le superfici a rugosità bassissime, inferiori a 0,10 micron in Ra.
Nel mercato occhio alla Romania
Mauro Gaiba dipinge così il quadro del settore: «Nel panorama mondiale l’Italia è la nazione con la maggior concentrazione di produttori di barre e fra questi noi rappresentiamo i più piccoli; oltre confine troviamo una grossa società francese, un paio tedesche e due aziende rumene che la fanno da padrone sul mercato in virtù di bassi costi di manodopera, inferiori dieci volte rispetto ai nostri. Fuori dall’Europa si stanno poi facendo sotto Turchia, India e Cina. Purtroppo la grave crisi economica mondiale iniziata nel 2009 ha portato ad una generalizzata situazione di sofferenza, come dimostrano i cali del fatturato che per quanto ci riguarda negli ultimi anni si è ridotto di quasi il 40%. La realtà odierna è che siamo sovradimensionati come personale e per ritrovare un equilibrio dovremo necessariamente operare dei tagli. A rendere ancora più seria la situazione si aggiungono problemi di approvvigionamento di materiale, dovuti al numero sempre più scarso di acciaierie, le tasse, in particolare l’Irap, decisamente asfissiante, e l’elevato costo dell’energia elettrica che ci penalizza rispetto ai competitori stranieri portandoci fuori mercato. Oggi ha un’incidenza sul venduto pari al 15%, un numero da brividi!».
Tutto ciò comunque non spegne l’ottimismo del contitolare il quale confida di avere ancora tanti sogni che per essere realizzati attendono solo i primi segnali di ripresa: «Tanto per cominciare 500mila euro sono già pronti per il prossimo investimento: un innovativo impianto di rettifica. Ci auguriamo di poterlo vedere presto in funzione insieme agli altri. Insomma, di certo non perderemo l’abitudine di guardare avanti».
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BARRE E TUBI SI VESTONO DI CROMO
Dopo aver maturato qualche anno di esperienza in un paio di aziende specializzate in cromatura nel 1976 il perito chimico Mauro Gaiba si sente già pronto per un avventura imprenditoriale e così, insieme a due soci, creala CFG. Iltrio ha idee ben chiare: offrire un servizio di cromatura a spessore in conto lavoro alla miriade di ditte del settore meccanico, oleodinamico e pneumatico operanti in Emilia. L’attività parte nel migliore dei modi e in seguito viene arricchita dalle lavorazioni di rettifica. Il successo riscontrato è crescente e dal mercato locale si estende a quello nazionale ed anche oltre confine. Ciò spinge i titolari verso una storica svolta: fornire prodotti interamente sviluppati all’interno del loro stabilimento. Attualmente il grosso della produzione è rappresentato dalle barre (per lo più in lunghezza commerciale) cromate a spessore, temprate ad induzione, rettificate, seguono poi i tubi temprati, cromati, levigati (all’interno) e lavorazioni meccaniche varie eseguite in collaborazione con subfornitori. Barre e tubi, di acciaio da costruzione, acciaio microlegato o inossidabile, con lunghezze fino a8 metrie diametri da3 a200 mm, per le prime, e da1,5 a20 mm, per i secondi, raggiungono un centinaio di clienti attivi in quattro settori: oleodinamica, pneumatica, molle a gas e movimento lineare. I circa120.000 metridi barre e tubi cromati e temprati prodotti ogni mese, per lo più di piccolo diametro, pari a 200 tonnellate di materiale, hanno consentono alla società ferrarese di chiudere il 2012 con fatturato di 4,7 milioni di euro, il 50% del quale dovuto all’export. 34 il numero di dipendenti, oggi guidati, oltre che dal fondatore, Mauro Gaiba, da Remo Tamburini. AIA e Seveso sono le normative ambientali a cuila CFGè assoggettata.
UN TRATTAMENTO SVILITO
L’incontro con specialisti in cromatura ci offre l’interessante l’opportunità di fare il punto sulla spinosa questione della pericolosità di tale trattamento nella sua classica versione esavalente e di capire quanto l’alternativa più ecologica, vale a dire il cromo 3, possa efficacemente considerarsi tale. Ebbene per gli impieghi a cui sono destinante le barre e i tubi targati CFG, con particolare riferimento ai comparti dell’oleodinamica e della pneumatica, sembra che per il cromo trivalente al momento non ci sia proprio alcuna possibilità. Mauro Gaiba spiega perché: «La ricerca qualche piccolo passo in avanti lo ha compiuto, ma gli standard qualitativi oggi offerti dal riporto di cromo trivalente non sono assolutamente paragonabili a quelli della cromatura tradizionale e temo che anche in futuro non ci saranno clamorose novità. Piuttosto ritengo che la tendenza dovrebbe essere quella di limitare l’uso della cromatura solo ai casi in cui sia strettamente necessaria, cioè dove è richiesta un’alta resistenza all’usura e alla corrosione, e nel contempo tenere scupolosamente sotto controllo, sia le fasi del processo, applicando tutte le opportune precauzioni per renderlo innocuo, sia la gestione dei rifiuti, spesso trascurata. Al riguardo vorrei inoltre spezzare una lancia a favore di questo trattamento, purtroppo svilito nel tempo, tanto da non essere più sufficientemente remunerativo, anche per la complessa normativa ad esso riferito, rammentando che se il cromo viene depositato per vie elettrolitiche ha una cessione ionica inferiore a quella dell’acciaio inossidabile, rilasciando dunque meno sostanze inquinanti rispetto a quest’ultimo. Non a caso per diversi prodotti destinati al contatto con gli alimenti il riporto di cromo viene largamente preferito alla superficie di acciaio inox.